Davide Lambruschi

Segni del Sacro

Un percorso storico-artistico nella Carrara della Controriforma

Seconda edizione


Società Editrice Apuana srl, 2022
Formato: 17x24
Pagine: 176 - Lingua: Italiano

Nuovo

Ritorna, a cinque anni dalla prima edizione, Segni del sacro, a conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, dell’interesse che la proposta fatta da Davide Lambruschi ha riscosso.

A suo tempo questo libro non era stato una sorpresa, dopo che per anni l’autore ci aveva parlato di Carrara e dei suoi luoghi significativi, più o meno noti, anche perché spesso nascosti. È dunque un libro nato da una forte passione, quella per la propria terra, frutto del desiderio di conoscerla meglio e nello stesso tempo di farla apprezzarla anche a chi qui vive, passando magari ogni giorno distrattamente davanti a tante testimonianze di cui si ignora il significato.

È un lavoro che viene da lontano, essendo stati i singoli temi spesso esposti in conferenze nell’ambito di un interessante progetto dell’autore, quello del “museo diffuso”, inteso come scoperta di un patrimonio distribuito nel territorio, da rendere noto e da tutelare perché più fragile, essendo alla mercé di tutti. Il sottotitolo, Carrara al tempo della Controriforma, indica l’ambito preso in esame da Davide a partire da quella stagione, la Controriforma appunto, nella quale la devozione riceve un forte impulso a seguito dei provvedimenti assunti dalla Chiesa cattolica nel Concilio di Trento.

Per parlare di devozione nell’età moderna inevitabilmente si deve partire da quell’evento. Da lì prende impulso, e mi piace sottolinearlo, anche un fenomeno devozionale tipico del nostro territorio, quello delle maestà, i piccoli bassorilievi marmorei che nel corso dei secoli dai laboratori carraresi si sono distribuiti nel territorio circostante e lungo i percorsi appenninici, immagini che dalla Controriforma hanno avuto grande diffusione e delle quali a Carrara si conservano interessanti esemplari.

Le maestà sono testimoni di una devozione declinata in un’arte semplice, posta alla portata di tutti e nel contempo espressione del saper fare dei lapicidi carraresi. Nel volume è presente un’ampia scelta di maestà, complessivamente si tratta di una cinquantina di immagini marmoree esposte a quella pubblica devozione della quale loro stesse sono espressione; tra queste troviamo qui alcune settecentesche tipiche di Carrara, scolpite nella chiave di volta dei portali ed altre che, collocate all’interno dei palazzi, sono poco note ma non per questo meno significative.

Il ravvivarsi della devozione post tridentina si manifesta anche nella decisione di innalzare nuovi edifici religiosi e sono numerose le chiese che vengono costruite a Carrara, spesso a seguito della devozione popolare derivante proprio da quelle immagini mariane ritenute particolarmente miracolose, quindi dalle maestà che, tolte dai pilastrini o dalle edicole in cui si trovavano, sono state trasferite in edifici innalzati per favorirne il culto.

Lambruschi richiama la nostra attenzione anche su piccoli segni come i diffusi monogrammi cristologici posti a ornamento dei portali o sulle iscrizioni didascaliche sparse qua e là per la città, in un itinerario ideale che evidenzia come, dalla chiesa alla strada, nei centri storici i segni del sacro accompagnavano la vita quotidiana degli abitanti.

Questo libro dunque ritorna a guidarci a scoprire le bellezze nascoste di Carrara, per conoscerle e nello stesso tempo valorizzarle e, apprezzandole, conservarle come testimonianza di secoli di vita e di devozione delle popolazioni di questo territorio.

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