Oggi - penso al lettore nuovo, non esiste all'epoca in cui quei fatti si svolsero - possiamo leggere questo libro proprio come un libro di narrativa e non più soltanto come un documento vivace o una testimonianza. Possiamo legerlo come un libro che ci raccontasse di un'epoca, anche per chi direttamente o indirettamente l'abbia vissuta, ormai favolosa, tanti sono gli anni che da essa ci separano, tali sono i mutamenti, anche aberranti, nei nostri modi di vita e nel tipo dei nostri interessi. Pressappoco, è un pò come leggere o rileggere oggi le Noterelle di uno dei Mille di Giuseppe Cesare Abba, e magari l'Anabasi. Lo si dice con un tanto di tristezza rispetto a una forza di coesione mai più ripetuta e insieme con l'appassionato interesse di chi, leggendo, si trova a vivere con incanto un'avventura narrata da altri. Perchè questo, oltre a essere un libro avventuroso, è un libro felice di un tempo per più di un aspetto infelice.

Vittorio Sereni